GREEN REGUEB, DAI RIFIUTI AL COMPOST CON L’ACCORDO DI TUTTI

In un centro vicino a Sidi Bouzid è partito un progetto per il compostaggio dei rifiuti organici e dell’allevamento con una tenace opera di sensibilizzazione e di coinvolgimento di tutti gli attori sociali, dagli agricoltori ai commercianti, all’associazionismo al privato sociale, dagli studenti alle istituzioni. Ora tutti gli scarti del mercato settimanale vengono raccolti già pronti per finire nell’impianto, e una scuola locale è diventata pioniera di una nuova educazione ambientale con cui coinvolgere tutta la città.

Sono le 17.30 di un giovedì pomeriggio e la scuola elementare Ibn Mandhour nel centro di Regueb (vicino a Sidi Bouzid) è vuota. I circa 1000 studenti che affollano questo storico edificio (l’istituto è stato fondato nel 1949) tutte le mattine sono già nelle loro case, ad accoglierci c’è però il direttore Mohamed Daghbeji Abidi che ci racconta come proprio questa scuola sia stata pioniera nel processo di educazione ambientale in città. Insieme alla CitESS, il polo dell'economia sociale e solidale locale, a COSPE e ad altri attori locali, promuove infatti il progetto Green Regueb per la protezione dell'ambiente. “Abbiamo fondato un piccolo ‘Club dell’ambiente’ a cui partecipano attualmente 24 alunni ed alunne e le loro famiglie, oltre al personale didattico fuori dalle ore di lavoro. Organizziamo eventi e iniziative e partecipiamo a dimostrazioni sull’uso del compost con l’associazione ARND e la SMSA Terre Fertile”. 

Il progetto pilota di cui parla il direttore è infatti un primo -e raro- esempio di collaborazione e concertazione tra vari attori locali, e coinvolge anche la municipalità. Al centro di tutto c’è il lavoro fatto per lo smaltimento e il compostaggio dei rifiuti organici del mercato settimanale di Regueb, grazie all’associazione ARND (Association des Ressources Naturelles et Développement), che si occupa da tempo di proteggere le risorse naturali locali e di sostenere i processi di sviluppo territoriale sostenibile, promuovendo la partecipazione delle donne e dei giovani, e alla SMSA (Societé Mutuelle de Services Agricoles, in parte assimilabile a una cooperativa) Terre Fertile, che concretamente gestisce e smaltisce i rifiuti organici agricoli grazie a una delle poche unità di compostaggio della regione. Sia ARND che Terre Fertile hanno potuto sviluppare il progetto grazie a RESTART.

Il progetto ha coinvolto commercianti, scuole, cittadini e cittadine nella raccolta differenziata dei rifiuti del mercato e al loro smaltimento nell’unità di compostaggio che si trova a qualche chilometro dal centro di Regueb.  ”Non è  stato semplice avere a che fare con i commercianti – racconta Salem Sayahi, direttore di ARND-, e ottenere il loro coinvolgimento nel processo, però abbiamo intavolato delle discussioni e, qualunque fosse il punto di vista dell’altra parte, questo dialogo è stato per noi il punto di partenza per presentare la nostra filosofia e proporre le nostre soluzioni, approfondendo quali erano anche per loro i diversi problemi da affrontare. Con questo progetto siamo riusciti a creare una rete, perché prima c’erano soltanto decisioni singole prese senza discussione, senza un approccio strutturato. Sono stati coinvolti anche i sindacati del personale che si occupa di raccogliere i rifiuti per il Comune: è la prima volta in cui i responsabili della raccolta hanno cominciato a discutere con i commercianti che mettono fuori i loro rifiuti, non avevano mai avuto un contatto per facilitarsi il lavoro”.

“Con RESTART – dice Abir Ahmadi, presidente e responsabile amministrativa di Terre Fertile - abbiamo potuto aprire l’unità di compostaggio e partecipare al processo di concertazione, di ricerca, di diagnosi e di avvio del progetto, insieme agli altri attori. Il nostro ruolo è stato quello di recuperare rifiuti organici raccolti dal mercato settimanale, con la facilitazione della municipalità e di altre associazioni.” I rifiuti organici in questa regione, a vocazione prevalentemente agricola, sono molti e legati alle attività dei campi, ma a dispetto della grande quantità di questi rifiuti la municipalità non dispone di una discarica organizzata per trattare quelli domestici. “Per gli agricoltori questo è un problema – aggiunge Abir - perché bruciare gli scarti o incaricarsi di spostarli altrove sono un carico di lavoro e un costo economico supplementare, che pesa sulla commercializzazione e sulla sostenibilità dell’azienda stessa”.

Chiaramente il progetto del mercato è solo un primo passo, concreto, per aumentare la sensibilizzazione rispetto all’uso del compost, ancora poco sviluppata: “Terre fertile nasce per valorizzare i rifiuti provenienti esclusivamente dagli agricoltori che aderiscono alla cooperativa – prosegue -, e visto che l’utilizzo del compost non è abbastanza diffuso nella regione abbiamo chiesto di prendere parte a questo progetto pilota, perché pensiamo che possa avere effetti positivi anche sulla sensibilizzazione rispetto all’uso del compost. Quindi speriamo di creare un partenariato in futuro con la municipalità per il recupero dei rifiuti organici in tutta la città”.

Intanto dopo circa 4 mesi di lavoro, discussioni e compromessi, sono arrivati i primi risultati al mercato di Regueb: “Abbiamo comprato dei cassonetti per poter fare la raccolta differenziata - racconta ancora Salem - e questo ha minimizzato i tempi di raccolta da parte della municipalità. Il mercato si svolge di lunedì, giorno in cui il personale della raccolta rifiuti non lavora, e quindi ci vogliono circa 36 ore per rimuovere quelli della giornata di mercato. Adesso  abbiamo non ridotto a zero il problema, ma  sicuramente minimizzato i tempi, e le cose stanno cominciando a funzionare meglio. E’ cambiato l’approccio dei commercianti sulla differenziata, anche se ce ne sono ancora alcuni che continuano a non differenziare: il cambio di mentalità e nei comportamenti richiede tempo, ma sta funzionando: su questo aspetto abbiamo migliorato di un 35%.”   

Si tratta dunque soprattutto di un ottimo esempio di concertazione tra società civile, privato sociale e istituzioni: il progetto del sito di compostaggio di Terre fertile è stato finanziato da RESTART come estensione di un’impresa già esistente - che forniva altri servizi agli agricoltori della zona come l’affitto dei trattori - per i rifiuti organici dell’agricoltura e dell’allevamento. Successivamente è stato inserito nella concertazione con la municipalità e le associazioni e da qui è nato il progetto Green Regueb, di cui l’SMSA è entrato come partner per la raccolta dei rifiuti organici del mercato settimanale.

“È la prima volta – ci racconta Abir- che un gruppo di associazioni lavora insieme sulla gestione dei rifiuti: questo rappresenta un aspetto originale, oltre che positivo. Inoltre si tratta di un progetto importante, che ha un grande potenziale anche per allargarsi e per poter aggiungere il territorio in senso più vasto”. E su questo le fa eco Salem: “Per me quest’aspetto è il successo più grande del progetto pilota, adesso speriamo di riuscire a replicarlo e rendere Regueb davvero sempre più green”.

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